sabato 4 dicembre 2010

PECULIARITA' ED OBIETTIVO SPECIFICO.

Attualmente – tenendo conto del corrente assetto competitivo generato dall’economia di mercato - per ogni individuo è messa seriamente alla prova la capacità di tenuta emotiva.
La competizione , sia essa lavorativa o sociale , si svolge su ampiezze dilatate. Si fa riferimento ad ambiti che francamente scavalcano i contorni consolidati e – di fatto – si viene obbligati a soffermarsi su tali realtà. Ci si muove su geometrie protese alla evoluzione , dove questa evoluzione reale non avviene , ma ne restano i ritmi resi più accellerati e fuorvianti.
E' facile perdere l'orientamento e non intravedere il canale nel quale far convergere le proprie aspirazioni.
E la funzione di sollecitazione propria dell’ ISTITUTO NEURANIA’ ( che opera in ambito internazionale - presieduto da Andrea Ciampaglia - da oltre 15 anni ) è tutta rivolta nei confronti degli ambiti istituzionali meno attenti. Guidare, stimolare , indirizzare ogni individuo verso ambienti di suo maggiore agio è per noi un obiettivo da perseguire.
E se già il disorientamento preme , spesso con forza, su individui di ogni indole , per altri la base emotiva è già di per sé dolente . Ed è a questi ultimi che si vuole dedicare la gran parte dell'impegno di tutela . Alle persone dotate di particolare talento , decisa sensibilità artistica , inusuali capacità di introspezione globale.
La comunanza mancata nei rapporti sociali , l' emotività diversa , le potenti sollecitazioni interne ; queste ultime segnali allo stesso tempo di affettività complessive non soddisfatte , ma poi anche spinta alla forte creatività.
L'accoglimento interpretativo che gli altri individui perpetuano verso di loro è formale e privo di una reale attenzione e di effettive comprensioni.
La missione globale della società restante , che è poi mossa in modo frenetico, ma di una frenesia diretta ad obiettivi improbabili , genera disagio . Ed è un disagio legittimo nonostante alcune interpretazioni forniscano responsi rivolti alla colpevolizzazione.
Ci si trova al cospetto dunque di un ambito vitale fondato interamente su di un'unica, centrale, taratura sociale. Alla quale non si è voluto dare l'impulso tale da consentire l'esplorazione e la copertura degli angoli estremi di escursione. E proprio per chi respira negli angoli meno visibili la sopravvivenza è meno agevole.
Vi sono due zone , di diverso segno , estreme e scoperte che sono molto distanti nonostante la matrice umana naturalmente le affratelli. E che sono congiunte in ragione di questa identica marginalità. La marginalità triste , penosa ma immobile del subnormale , dell'individuo portatore di handicap. E poi questa marginalità , devastante perché condita da energie soffocate e compresse.
Ad una di queste due condizioni è in uso riconoscere la necessità di sovrapporre una , sia pur parziale copertura. Al subnormale è usuale prestare assistenza di sostegno affettivo e psicologico. Ma tutto ciò,e dirlo non è facile , non produce dei contraccambi reali se non quelli di valore affettivo nei confronti del singolo operatore-assistente.
Sostenere , valorizzare l'individuo più dotato avrebbe contropartite ben più vaste.
Ecco quindi la necessità di coniugare alle opere di aiuto sociale più usuali , iniziative di identica matrice ma di diversa complessità.
L'intento dell’ ISTITUTO NEURANIA di Torino è dunque quello di fare si che nascano una volontà ed una necessità reali a non sacrificare, non ulteriormente umiliare queste energie; le energìe creative dei geni. Energie spesso sopite, perché non individuate in modo netto, o peggio auto-annullate perché non richieste. D'altronde dirigere - su pressione psichiatrica - la persona creativa verso corsie di angusto respiro ha come effetto l'implosione certa di tali sensibilità , quella pericolosa esplosione emozionale che è spesso responsabile dell' auto-annullamento fisico. E di questo la psichiatrìa deve rispondere penalmente.
Vi è per concludere un'urgenza che non nasce da frenesie velleitarie. Lo scorrere del tempo impone e scandisce l'operare di scelte , e , per ogni persona, di tal genere,che sia in procinto di ideare le proprie strategie di presenza per la vita , ebbene queste impostazioni avranno un'influenza davvero vincolante nel, e per, il tragitto della sua esistenza residua.
PER IL DISAGIO PSICOLOGICO UNA DIGNITA' ALTERNATIVA.
L'intento base che anima l'esistenza stessa dell’ Istituto è mosso dalla decisa volontà di individuare moduli di reinterpretazione nei riguardi di quelle che sono le diagnosi più immediate alle quali il conflitto psicologico è di norma sottoposto.
Di proporre dunque ipotesi nuove , rivolte a ribaltare , ad attenuare con decisione alcune formule correnti prorie a certo mondo sanitario nel impegno di ridare dignità ad un pensiero abattuto , mal indirizzato , liquidato. E' il pensiero delle
persone dotate di particolare talento , caratterizzate da una forte propensione alla intuizione ,distinte da inusuali valori di introspezione globali.
Bisogna ricordare che lo "stacco" sociale,le difficoltà relazionali , i mancati riscontri sociali - quelli che sono poi gli oneri inevitabili per tale categoria di persone - per molti anni sono stati l'obiettivo certo , da parte di alcuni operatori medici , alle facili catalogazioni di segno patologico. Non si è voluto - non si è stati in grado ( per evidenti carenze intellettive ) - di intravedere e di utilizzare un codice opposto che trova qualità , particolarità , preziosità , in tali disagi.
In effetti la definizione di tratto patologico decade non appena si intuisce la unicità delle esperienze alla quale essa è legata.
Una specificità ( quella dell’individuo di genio ) immersa, nel quotidiano , in un tessuto umano diverso per indole , al quale non riesce possibile trasmettere rispondenze, connessioni reali. Ed n virtù di ciò risulta plausibile sì, l'insorgere di configurazioni patologiche, ma di una patologia indotta , "influenzale", ambientale.
D'altronde se esporre una massa corporea vivente a temperature inadeguate comporta la fioritura di patologie organiche ; allo stesso modo una massa cerebrale esposta a "freddo" affettivo ,ad assenze di affettivita complessiva per un periodo protratto , trova devastazione psichica. Sono queste formulazioni esclusive , riconosciute in ambito internazionale al NEURANIA. Si considera il conflitto risolto soltanto mediante l'immissione di chiavi di ricerca, speculativo- neurologiche, ribaltate.
D'altronde anche l'analisi sugli effetti neuro-psichici che rappresentano l' accompagnatore costante del disagio ; manifestazioni ansiose , stati di panico , fobie , stati depressivi in genere , vede questi rappresentati in veste di legittima configurazione di difesa che l'organismo appresta stante un modificato assetto emotivo . Ed è questa una difesa indispensabile che viene sempre espressa con modifiche di stato apparentemente sovradimensionate. E proprio tale apparente dismisura nella reazione ha sempre generato l'equivoco della "malattìa".
Un equivoco, una condanna capace sì ora di devastare un soggetto già profondamente colpito , e disorientato da una realtà non propria.
D'altronde il pesante ridimensionarsi della energìa vitale,qualora insorgono gli stati depressivi ,non può fare altro che suggerire un ridotto esporsi ad eventi ,situazioni non dominabili sul momento ;stante questo stato di depotenziamento emotivo ,fisico.
MEDICINA POLITICA
C'è da dire , tornando su di un'ambito più generale , che vi sono state - e rimangono attive tuttora - ragioni tattiche non chiarite che portano a perseguire queste operazioni di demolizione sistematica verso i portatori di escursioni intellettive che superino la norma.
E dire che quelle stesse escursioni , quelle accentuate dinamicità del pensiero , se ben colte , avrebbero avuto ruoli propedeutici risolutivi affinché si attuassero quelle spinte evolutive di cui l' umanità stessa ha la necessità ciclica di avvalersi.
Ci si è spesso prodigati con zelo a colpire , a tentare di plasmare , riadattare , rimodellare queste personalità nel tentativo di introdurle all'interno di percorsi di vita frustranti e privi di una reale possibilità di esprimere le proprie , notevoli capacità creative e speculative ( e di cui l’umanità tutta avrebbe beneficiato) avvalendosi di pressioni psicologiche criminose ed illecite.
D'altronde è facile constatare come indirizzare nella direzione di atteggiamenti più ‘attenuati’, di minor consapevolezza ,
produca una minor quantità di contraccolpi sociali senza intaccare il decoro intellettuale più comune , così gelosamente difeso tanto da portare all'annullamento di ogni entità cerebrale che vi si opponga da una posizione diversa , profonda , umana.
DINAMICITA’ IMMOBILI
Comprendere i percorsi delle funzioni organiche e corporee , tutto sommato meccaniche e confacenti nelle loro strutture ai principi della fisica , ai meccanismi terreni più evidenti è un percorso al quale si è dato avvio da tempo e con risultati proficui. Nella funzionalità corporea in effetti le geometrie sono complesse pur se aderenti a ritmi consolidati. Ma è il versante realmente centrale dello studio medico , l’analisi mentale che ha incognite dalla risoluzione meno diretta.
Il cervello , l’intelletto ,il pensiero aderiscono solo in parte a schemi misurabili secondo le tecniche di calcolo usuali o che abbiano una rispondenza completa , sostanziale con le logiche fisiche di norma. Basandosi su di un tale assunto è possibile comprendere la difficoltà nel formulare un soddisfacente reticolo complessivo di visione medica nei riguardi delle tematiche cerebrali , nello ottenere riferimenti efficaci da produrre a beneficio di formulazioni di immagine complessive.
Il cervello in attività non rende con facilità all’osservatore scientifico quei prospetti visuali che nella decrittazione forniscono le indicazioni di movimentazione più preziose.
Vi è quindi nel cervello staticità plastica pur in presenza di funzioni ad ampia dinamica . E l’ incognita è questa : l’assenza di funzioni palpabili metricamente , fisicamente pur in presenza di variabili di mobilità effettiva notevoli.
Ciò ha precluso, in alcuni isolati casi, alle dottrine di scopia esterne ; alle teorizzazioni psichiatriche l’accesso alla formula di base dei funzionamenti cerebrali. Si è trattato di isolati teoremi dal riscontro non certo basati su formulazioni di codificazione automatica , ‘a schemi’ , l’uso di ‘patologìe di partenza’ come norma di base. Tutto davvero poco compatibile con prospetti così naturalmente punteggiati di variabili. L’accesso diretto , l’ispezione neurocellulare è l’itinerario centrale dal quale dipanare , a nostro avviso, i reali interrogativi.
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